Fokker Eindecker
Costruttore: Fokker Flugzeug-Werke
Tipo: Caccia
In ruolo dal: 1915
Motore: Oberursel U.I, 9 cilindri, rotary, 100 hp
31 ft 2¾ in 9.5 m
Lunghezza: 7.2 m
Altezza: 2.4 m
Peso a vuoto: 399 kg
Peso al decollo: 610 kg
Velocità massima: 140 km/h
Ceiling: 4100 m
Autonomia: 1½ h
Equipaggio: 1
Armamento: 1 o 2 Mitragliatrici Spandau

 Il Fokker E.III Eindecker

Il 9 Aprile 1915, dopo soli 18 giorni di "caccia" col suo Morane Saulnier, Roland Garros, o a causa di un'avaria al motore, o forse colpito da terra, è costretto ad atterrare dietro le linee nemiche e viene catturato prima che riesca a dar fuoco al suo aereo.
Il suo ingegnoso dispositivo che gli permetteva di sparare attraverso il disco dell'elica ora non è più un segreto, e i tedeschi, in Maggio, affidano ad Anthony Fokker, un brillante e giovane ingegnere olandese il compito di realizzare un dispositivo analogo da montare sui caccia.

Fokker e la sua squadra, in un mese di febbrile lavoro, mettono a punto un velivolo completamente nuovo, e migliorano sensibilmente il dispositivo di Garros, sincronizzando la mitragliatrice con l'albero motore, in modo che il proiettile passi attraverso il disco dell'elica senza colpire le pale.
L'invenzione non è di Fokker (ed in particolare dell'ingegnere Heinrich Lübbe, che aveva già studiato un sistema simile sin dal 1914,  Heber e Leimberger), che si limita ad utilizzare un'idea già sviluppata in Francia da Frani Schneider ed in Inghilterra dai fratelli Edwards (all'epoca erano circa una mezza dozzina i brevetti registrati che riguardavano dispositivi simili).
Anzi, probabilmente proprio il Morane Saulnier L Parasol di Garros (non dimentichiamo che più che un militare Garros era un pilota collaudatore) montava il dispositivo che Schneider aveva progettato e realizzato.
A guerra finita poi Schneider farà causa a Fokker per avergli utilizzato il brevetto, la causa durerà anni ed i primi pronunciamenti della corte, sempre favorevoli a Schneider, saranno emessi nel 1933, anche se, sostanzialmente a Fokker ciò non causerà altro che noia, visto che i rapporti internazionali anche nel dopoguerra non erano certo tali da far pagare ad un eroe nazionale tedesco un risarcimento ad un tecnico svizzero per avergli rubato un'idea che fu usata vantaggiosamente dalla Germania.

Il dispositivo di sincronizzazione di Fokker:
La ruota a camme (F), calettata sull'albero dell'elica, aziona il sistema di bielle (E), da qui l'albero (C)che spingerebbe sul grilletto (D) se (vedi particolare culatta) questo fosse continuo (l'arma non spara).
Quando il pilota aziona il pulsante di sparo (A) questo fa ruotare la bielletta (B) che rende continuo l'albero (C), che in questo modo aziona il grilletto (D) (l'arma spara su comando dell'albero a camme e quindi solo quando le pale dell'elica sono in posizione tale da non essere colpite).
Ma la mitragliatrice Hotchkiss adottata dai francesi non si prestava ad essere sincronizzata, in quanto, forse per un difetto delle cartucce, spesso lo sparo avveniva con un certo ritardo rispetto alla percussione, e pertanto permaneva comunque il rischio che qualche proiettile colpisse l'elica.
Probabilmente il Morane di Garros montava il dispositivo di sincronizzazione che però era ancora scollegato, in attesa forse di essere perfezionato.
Fokker è comunque il primo che riesce a realizzare un dispositivo di sincronizzazione affidabile ed efficace, ottenendo l'appoggio del governo.

Anthony Fokker Fokker si "carica" in auto il prototipo "E-I", che monta un motore da 80 hp e una mitragliatrice Parabellum, e guida tutta la notte sino a Berlino, dove presenta il nuovo velivolo.
La prima "prova sul campo" Fokker la esegue personalmente, abbattendo un pallone da osservazione francese.
L'E-I viene presto rimpiazzato dai prototipi E-II ed E-III, che montano un motore da 100 hp e quindi con le definitive Spandau.
In pochi mesi il Fokker E.III "Eindecker" è in linea ad equipaggiare lo Jasta di Oswald Boelcke e Max Immelmann.
La migliore efficacia del dispositivo di Fokker, l'uso di più mitragliatrici (Immelmann ne provò un prototipo addirittura con tre, che però evidenziò problemi e non fu mai utilizzato) ne fanno un'arma micidiale che per parecchi mesi garantisce una supremazia quasi totale all'aviazione tedesca.
Come il Flyer dei fratelli Wright, i monoplani di Bleriot e il Morane Saulnier, l'Eindecker non ha veri e propri alettoni, ma sono gli stessi tiranti che compongano la controventatura, che fanno capo ad un'asta collegata alla cloche, che ne deformano l'ala permettendo il controllo sull'asse di rollio.
L'ala di questi velivoli, sotto questo profilo, si comporta come la vela di un moderno parapendio.
Il motore, che conterà sino a 160 hp nelle ultime versioni (E-IV), consente buone caratteristiche di salita, mentre l'architettura monoplana lo rende meno agile dei contemporanei biplani come i De Havilland D.H.2 o i Nieuport.
Oswald Boelcke Franz Immelmann

Il nuovo velivolo permette ad Immemann e Boelcke di sviluppare efficaci manovre acrobatiche e una vera e propria strategia del combattimento aereo.
Con il ritorno al fronte di Boelcke e la venuta dei Richtofen, Boheme, Voss, Goering,  l'Eindecker cederà il passo agli Albatros e poi ai biplani dello stesso Fokker.
L' E.III venne utilizzato sul fronte francese e dagli austriaci sul fronte italiano.

 

Leggi alcune pagine dal libro

Le manovre acrobatiche Tecnica di volo, atterraggio e decollo in montagna Le aviosuperfici e i ghiacciai atterrabili della Val d'Aosta e dell'Alta Savoia Parapendio e volo libero Il volo tra le montagne

       

DA QUALCHE PARTE TRA LE NUVOLE
Di Giulio Rabagliati, Da qualche parte tra le nuvole - edizioni De Ferrari - Genova
Prezzo € 12,90