Fulco Ruffo di Calabria



Cap. Fulco Ruffo di Calabria

12/08/1884 - Napoli
23/08/1946 - Ronchi di Apuania

 

Fulco Ruffo di Calabria

Fulco Ruffo di Calabria nasce a Napoli 12 agosto 1884.
Dopo gli studi ed il servizio militare nell'XI reggimento cavalleggeri Foggia, si trasferisce in Somalia come agente e vicedirettore di una società italo belga per la navigazione ed il commercio sul Giuba, dove rimane tre anni.
Scoppiato il primo conflitto mondiale si arruola volontario nel battaglione aviatori, e dopo aver frequentato il corso di Mirafiori e conseguito il brevetto, passa al pilotaggio in zona di guerra.
Dalle prime squadriglie di aviazione per artiglieria raggiunge, già due volte decorato al valore, la squadriglia da caccia di Francesco Baracca dal quale ne erediterà il comando.
Sopravvissuto alla Guerra rimane nell'esercito nei reparti di cavalleria.
Nel '25 lascia la vita militare per dedicarsi calla proria azienda agraria ed alla società italo belga per cui aveva già lavorato in Africa di cui diviene presidente. A lui si deve nel campo della scienza agraria la scoperta di una varietà di trifoglio gigante, nominato appunto trifoglio Ruffo. Nel '34 è nominato Senatore del Regno. Muore ai Ronchi nella sua casa in toscana il 23 agosto 1946.
Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia Medaglia d'oro al valor militare Medaglia d'argento al valor militare Medaglia d'argento al valor militare

Fulco Ruffo di Calabria nasca a Napoli il 18 Agosto 1884, nobile rampollo di un'antica famiglia principesca.
Il padre era stato per anni sindaco di Napoli. La madre, Laura Mosselman du Chenoi, era di nobile famiglia belga.
Giovane dinamico ed irrequieto, ben poco si adattava alla pigra vita della nobiltà partenopea.
Subito dopo aver ottenuto la licenza liceale, compiuto un anno di servizio volontario, a Foggia, nel Secondo Reggimento di Cavalleria, Fulco si imbarca per l'Africa in veste di agente prima, e poi come Vice ‑Direttore di una Società Italo ‑Belga per la navigazione e il commercio sul fiume Giuba.

L'Africa di quei tempi era ancora l'Africa selvaggia e parzialmente inesplorata descritta nei romanzi di avventura, e il giovane principa ha modo dio vivere mille avventure tra esplorazioni, caccia grossa, febbri tropicali e coccodrilli.
Rimpatriato nel 1914 per motivi commerciali, fu sorpreso in Europa dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Reintegrato nel suo corpo di cavalleria, fu quasi subito destinato ai nuclei dell'Aeronautica.
Fece le sue prime esperienze sui Bleriot, alla scuola di Torino Mirafiori e poi a Pisa.
Nell'Agosto del 1915 ottenne il brevetto di pilota.
Bleriot XI Caudron G3 Il Nieuport 11 "Bebé"
Hanriot HD1 SPAD VII
Si mostrò subito particolarmente incline al volo acrobatico, riuscendo a riportare a terra un Bleriot le cui ali si erano praticamente accartocciate a causa delle forti sollecitazioni cui lo aveva sottoposto nell'esecuzione di looping e tonneau.
Nonostante questo non fu inviato immediatamen
te ai reparti da caccia.
Il 28 Settembre 1915, come quasi tutti i suoi col
leghi, Ruffo di Calabria comincia la sua carriera aviatoria a bordo dei ricognitori della IV Squadriglia di Artiglieria su un Caudron G3.
Con il suo biplano disarmato (sul Caudron si doveva scegliere: o la radio per comunicare con l'artiglieria, o la mitragliatrice per difendersi...) il 12 Novembre 1915 si guadagnò un elogio ufficiale per aver compiuto una pericolosa missione di esploraqzione a bassissima quota sul Basso Isonzo.
L'11 Febbraio 1916, continuando a girare su una batteria austriaca, nonostante fosse stato ripetutamente colpito, consentiva all'artiglieria di aggiustare il tiro e distruggerla.
Per questa azione ricevette la sua prima medaglia di bronzo al valor militare.
Trasferito il 26 Gennaio 1916 alla Seconda Squadriglia di Artiglieri, continua a volare col Caudron G3.
L'8 Aprile guadagna una seconda medaglia di bronzo.
Finalmente nel Maggio del 1916 ottenne di essere trasferito ai reparti da caccia.
A Cascina Costa, presso la Macchi, imparò a pilotare il Nieuport XI "Bebè", costruito appunto in Italia su licenza francese.
Il 28 Luglio 1916 viene incorporato nella 70a Squadriglia da Caccia.
Il 23 Agosto otteneva la sua prima vittoria personale e ancora si ripeteva il 16 Settembre, questa seconda vittoria ottenuta in coppia con Francesco Baracca e Luigi Olivari (Olivari morirà in un banale incidente: il suo Spad VII stallerà in decollo e impatterà al suolo il 13 Ottobre 1917, dopo aver ottenuto 8, forse 12, vittorie).
All'arrivo di Olivari il Lohner biposto ripetutamente colpito da Baracca e Ruffo scendeva senza controllo.
Il pilota, colpito a morte da Ruffo non era più in grado di pilotare e il suo osservatore tentò disperatamente di raggiungere la cloche per riprendere il velivolo che, dopo una veloce agonia, impattò al suolo a metà costa del Monte Stol.
La fine del 1916 fu caratterizzata da condizioni meteo proibitive, che ridussero al minimo l'attività volatoria dei belligeranti.
All'inizio del Gennaio 1917 Ruffo riprende la caccia, ottenendo ottimi risultati, e portando in poco tempo il suo "score" a 8.
Il 20 Maggio riporta alla base un velivolo letteralmente crivellato di colpi.
Ruffo, come Baracca e come molti degli aviatori italiani, per quanto il suo compito sia uccidere altri giovani piloti, è tuttaltro che una "belva sanguinaria".
Si racconta di lui che, dopo aver seguito al suolo un aereo da lui abbattuto e dopo averne soccorso il pilota, si prodigò per aiutarlo a scrivere una lettera alla madre e quindi, riposta la lettera in un astuccio metallico, lo recapitò lasciandolo cadere sulle trincee austriache.
Dal 1° Maggio 1917 Ruffo di Calabria è alla 91ª Squadriglia da Caccia comandata da Francesco Baracca.
La 91a è la "Squadriglia degli Assi", formata dall'elite della caccia italiana.
Agli ordini di Baracca, oltre a Ruffo, ci sono Ferruccio Ranza (17), Luigi Olivari (12), Gastone Novelli (8), Cesare Magistrini (6), Bortolo Costantini (6) e Guido Nardini (6). E inoltre De Bernardi, Bacula, D'Urso, Keller.
In 11 giorni, tra il 14 e il 25 Luglio, con il suo nuovo Spad VII, abbatte 7 aerei (il 20 Luglio affronta da solo e col motore che già perdeva colpi di suo, una formazione di 5 aerei, colpendone 2 e mettendone in fuga i rimanenti), in quel periodo in cielo comandavano gli italiani!
Il 13 Agosto viene promosso capitano.
La rivoluzione di Ottobre e la conseguente caduta del fronte russo permise però agli austriaci di riversare sul fronte italiano un gran numero di aeroplani.
E' di quel periodo la disfatta di Caporetto (23/10/1917).
Ma come praticamente sempre è accaduto durante la Prima Guerra Mondiale, le vicende del fronte non coincisero con le vicende dell'aria: nello stesso periodo la nostra aviazione aveva abbattuto ben 53 aerei nemici (19 la sola 91a).
Nel Dicembre 1917 Baracca, Ruffo e Piccio lasciano il fronte per dedicarsi al collaudo e alla messa punto del nuovo caccia costruito dall'Ansaldo: l'A1 "Balilla".
Il velivolo, interamente italiano, era probabilmente superiore ai caccia dell'epoca, ma venne poi prodotto solo verso la metà del 1918 e praticamente non utilizzato durante la Prima Guerra Mondiale.
Il 19 Giugno, mentre mitragliava le linee nemiche sul Montello, veniva abbattuto e ucciso Francesco Baracca.
Lo stesso giorno Folco Ruffo di Calabria vola per più di 4 ore su fronte del Piave, in appoggio e protezione della nostra fanteria.
Ruffo succede a Baracca al comando della 91a,.
IL 20 Ottobre 1918 viene abbattuto dietro le linee nemiche.
Riesce a far atterrare il suo Spad con il serbatoio squarciato, sotto il fuoco nemico, e ne esce incolume.
Riesce a fuggire prima dell'arrivo dei soldati austriaci e riattraversa a piedi le linee.
Cinque giorni dopo l'Austria firmerà l'armistizio.

Leggi alcune pagine dal libro

Le manovre acrobatiche Tecnica di volo, atterraggio e decollo in montagna Le aviosuperfici e i ghiacciai atterrabili della Val d'Aosta e dell'Alta Savoia Parapendio e volo libero Il volo tra le montagne

       

DA QUALCHE PARTE TRA LE NUVOLE
Di Giulio Rabagliati, Da qualche parte tra le nuvole - edizioni De Ferrari - Genova
Prezzo € 12,90