Charles Nungesser

Ten. Charles Nungesser
15/03/1892 Parigi
08/05/1927 Oceano Atlantico
 

 Charles Nungesser

 

 

Un personaggio davvero sopra le righe, Charles Nungesser fu una leggenda tutta "francese".
Come Richtofen era un personaggio cucito su un'epica "tedesca", lui era un eroe francese, nella forma, nell'animo, nel coraggio e nell'incoscienza.
Ferito innumerevoli volte (due ginocchia fracassate, cranio fratturato, fratture multiple alla mandibola, una mano bruciata, una spalla distrutta, un piede bruciacchiato... ), si dice che abbia passato più tempo in ospedale o nel letto di belle donne che non sull'aeroplano (ma volava anche con gli arti ingessati e con il catetere).
In quei "ritagli di tempo" dedicati all'aviazione, però, riuscì ad abbattere 45 aerei tedeschi.
Sopravvissuto alla guerra morì tentando la traversata dell'Atlantico, da Parigi a New York, dodici giorni prima di Lindbergh. 

DSC (Distinguished Service Cross, USA) Croix de Guerre (Belgio) Medaille Militaire Croix de Guerre Military Cross (Inghilterra) Legion d'Onore
Nato nel 1892, Charles Nungesser fu un atleta sin da giovanissimo.
Praticò la boxe, il nuoto, il ciclismo, e fu un discreto calciatore.
Il suo sogno, sin da bambino, era di diventare un pilota di auto da corsa o di aerei.
A sedici anni si trasferì a Buenos Aires dove poté partecipare a qualche gara automobilistica e dove imparò a volare su uno dei primissimi Flyer dei F.lli Wright.
All'inizio delle ostilità, nel 1914, ritorna in Francia come volontario nei servizi dell'Aeronautica, ma finì in cavalleria, nel "Secondo Ussari".
Guadagnò la sua prima medaglia (alla fine della guerra un fisico meno atletico non sarebbe neanche riuscito a sollevare il peso delle patacche di metallo che doveva portare attaccate alla giubba) catturando cinque alti ufficiali tedeschi e la loro auto.
Oltre alla medaglia, lo Stato Maggiore gli permise di servirsi dell'auto catturata al nemico come sua vettura personale, e lui continuò ad usarla senza cancellare le insegne tedesche.
Nel novembre del 1914 fu finalmente trasferito all'aeronautica.
Divenne pilota nel marzo del 1915 e fu assegnato alla Squadriglia Voisin 106.
Il suo Voisin tornò alla base innumerevoli volte in condizioni pietose, crivellato dai proiettili tedeschi come un vecchio comodino dai tarli.
In aprile Nungesser, con un aereo dove l'osservatore aveva un semplice fucile, attacca un Albatros, armato con una mitragliatrice Parabellum.
L'Albatros lo trascina sotto il tiro di una batteria antiaerea e una delle granate gli mette fuori uso il motore.
Nungesser riesce a planare sin oltre le trincee.
Successivamente, ottenuto un Morane Saulnier, ha un nuovo incidente che lo costringe in ospedale per un mese con varie ossa fratturate.
A Nancy prende senza autorizzazione un bombardiere leggero Voisin, stavolta equipaggiato con una mitragliatrice Hotchiss.
Con questo abbatte un Albatros.
Il biplano Ponnier M-1. L'aereo, veloce e performante, è però molto instabile. Non verrà mai adottato. Per l'impresa riceve contemporaneamente la Croce di Guerra e otto giorni di arresti, durante i quali si adopera per rendere felici diverse graziose fanciulle di Nancy.
Il 29 Gennaio del 1916, tre settimane prima della Battaglia del Verdun, viene incaricato di testare insieme a Navarre, che da quel momento diverrà suo amico inseparabile, il nuovo biplano Ponnier-M1.
Durante uno dei voli si schianta al suolo subito dopo il decollo.
Nungesser viene estratto dall'abitacolo ancora vivo, ma con due gambe spezzate e la mascella sfasciata.
Nonostante ciò le sue attività volatorie e "sociali" non conoscono tregua.
Il suo aereo è un insieme di pezze e riparazioni varie, il suo corpo è un continuo di ferite e cicatrici, ma nonostante ciò Nungesser non soffrirà mai di stress di alcun tipo (come invece molti suoi colleghi piloti ed "assi" alleati o tedeschi), e non salterà mai la colazione.
Il primo di Aprile il suo squadrone riceve i primi Nieuport 11.
Entusiasta del nuovo velivolo Nungesser decolla direttamente dalla stazione ferroviaria e si esibisce con una serie di acrobazie sul campo di volo.
All'atterraggio viene redarguito dal suo superiore che gli dice testualmente "Se vuol fare il cretino vada a farlo sul campo tedesco".
Charles non se lo fa ripetere: prende nuovamente il suo nuovo N.11 e va ad esibirsi sul campo tedesco più vicino.
I tedeschi restano interdetti, e invece di sparare applaudono.
Per questo, una volta al campo, Nungesser si becca altri 8 giorni di consegna.
Impiega questo tempo per "personalizzare" il suo aereo, dipingendo sul fianco un cuore nero con un teschio, due candele ed una bara.
Con queste macabre insegne continuerà a volare sino alla fine della guerra.
Le sue prime vittime da "pirata" sono un pallone da osservazione e un Albatros.
Per l'abbattimento dell'Albatros riceve la Legion d'Onore.
Tornato a combattere viene colpito sulle labbra da un proiettile esplosivo e si sloga le ginocchia in un ennesimo atterraggio di fortuna.
Continua a volare anche se cammina con le stampelle e all'atterraggio è il suo meccanico ad estrarlo ogni volta dall'abitacolo.
Quando finalmente si chiude la Battaglia del Verdun, Nungesser è rotto, bucato e pieno di pezze quanto e più del suo aeroplano.
In Dicembre, dopo il suo 21° successo, deve tornare in ospedale dove gli vengono nuovamente spezzate le gambe per riassestare le fratture che si erano saldate in modo scomposto.

Margaret Gertrud Zelle- 07/08/1876  Leuwarden, in Olanda. Fu fucilata di francesi come spia col soprannome di Mata Hari il 15/10/1917.

A Parigi frequenta case d'appuntamento e bar malfamati.
Una delle sue amicizie femminili più note è la ballerina Margaret Gertrud Zelle, passata alla storia col soprannome di "Mata Hari".
Insieme a Jean Navarre Nungesser passa il suo tempo libero (cioè ogni minuto che non passa in volo) a Parigi, profittando di tutte le attrazioni ed i divertimenti che la città offre.
Non è raro che si presenti sul campo per il pattugliamento mattutino in smoking, accompagnato da una bella dama.
A volte, mentre lui è bloccato a Parigi da "altri impegni", è Navarre a volare col suo aeroplano, e probabilmente Nungesser gli ricambia il favore quando gli impegni mondani impediscono a Navarre di arrivare in tempo per le missioni.
Jean Navarre (12) - 08/08/1895, Jouy-en-Morin - 10/07/1919, Villacoublay
Finita l'ennesima convalescenza, i suoi superiori, esasperati dal suo comportamento, gli consentono di volare "free lance".
Non è più aggregato a nessuna squadriglia ma può andare un po' dove vuole a cercarsi gli avversari tedeschi.
Sul suo nuovo Nieuport 17, finalmente dotato di una mitragliatrice sincronizzata all'elica, Nungesser monta anche la vecchia Lewis  che equipaggiava l'N11, sull'ala superiore. La sua tattica abituale era picchiare sino ad una quota più bassa dell'avversario e quindi cabrare continuando a sparare sino a perdere completamente velocità e stallare.
In questo modo riesce ad avere diversi secondi a disposizione per prendere la mira e colpire.
Per contro, se al termine della manovra l'avversario non è stato ancora abbattuto, lui si trova a bassissima velocità, praticamente incapace di manovrare e alla mercé dell'avversario.
Anche per questo Nungesser è in assoluto (tra i sopravissuti e i non invalidi) il pilota più ferito di tutto il conflitto.

Leggenda narra che un giorno un tedesco gli lanciò una sfida, dando appuntamento a "Monsieur teschio ed ossa" alle quattro del pomeriggio.
Nonostante fosse evidentemente una trappola, Nungesser ci andò.
Prima di presentarsi all'appuntamento passò basso sul campo avversario mitragliandolo più volte.
All'appuntamento, come era ovvio, il tedesco non si presentò da solo, ma con cinque compagni.
Monsieur "teschio ed ossa" ne colpì e abbatté due, costringendo gli altri alla fuga.
In un'altra occasione fu attaccato da un aereo con insegne inglesi.
Nungesser si difese e lo abbatté, per scoprire che l'inglese era veramente un pilota britannico alle prime armi che, viste le sue macabre insegne, lo aveva scambiato per un tedesco.
Nungesser allora pensò bene di ridipingere il suo aereo in rosso e bianco, con strisce blu.
Nell'estate del 1917 Charles aveva portato a 39 le sue vittorie, ma le sue condizioni fisiche erano talmente precarie che gli infermieri lo portavano all'aereo con la barella e con la barella venivano a prenderlo a fine missione per portarlo direttamente in ospedale.
Il 14 agosto del 1917 abbatté tre palloni da osservazione tedeschi. Una settimana dopo fu nuovamente ferito durante uno scontro con cinque Albatros.
Finalmente, però, dopo 17 ferite e 45 (forse 43) vittorie, la guerra per Charles Nungesser era veramente finita.

Finita la guerra Nungesser continuò a volare, esibendosi come pilota acrobatico e realizzando film.
Nel 1927, attratto dal premio di 25.000 $ in palio per il primo volo non stop tra Parigi e New York, tentò la traversata insieme al cap. Francois Coli.
Partirono da Orly con un Levasseur P.L. 18, "l'Oiseau Blanc" ("Uccello Bianco", rigorosamente ornato dalle celebri macabre insegne che avevano accompagnato Nungesser durante la guerra) una settimana prima di Lindbergh, ma il loro volo si perse nell'Atlantico.
Probabilmente Coli e Nungesser avevano già raggiunto le coste del Nord America.

Leggi alcune pagine dal libro

Le manovre acrobatiche Tecnica di volo, atterraggio e decollo in montagna Le aviosuperfici e i ghiacciai atterrabili della Val d'Aosta e dell'Alta Savoia Parapendio e volo libero Il volo tra le montagne

       

DA QUALCHE PARTE TRA LE NUVOLE
Di Giulio Rabagliati, Da qualche parte tra le nuvole - edizioni De Ferrari - Genova
Prezzo € 12,90