Il looping

Il looping è probabilmente la più famosa delle figure acrobatiche.
Storicamente questa manovra fu nei primi anni il banco di prova dei velivoli, sia perché era necessario un buon motore, in grado di sostenere la fase iniziale della manovra e di portare il l'aereo alla sommità del loop senza stallare, sia, soprattutto, perché l'accelerazione iniziale di circa 3.5 G è stata per anni un limite che le strutture non erano in grado di affrontare.
I molti tentativi andati a buca e finiti tragicamente meritarono a questa manovra il famoso appellativo di "giro della morte".
Piotr Nikolajevic Nesterov Nel periodo antecedente la I Guerra Mondiale, infatti, molti tentativi eseguiti in genere durante le esibizioni aeree, alla presenza di pubblico e stampa, finirono tragicamente o per la fragilità del velivolo che semplicemente si "sfasciava" durante la richiamata finale, o per l'impossibilità di uscire dalla "vite" che si innestava in prossimità della sommità del loop, quando l'aereo si trova in volo rovescio e la velocità è minima.
Bisogna infatti tener conto del fatto che la manovra di uscita dalla vite non era ancora conosciuta.
Anche se il primo pilota a compiere un looping fu il sovietico Piotr Nikolajevic Nesterov, che "solo soletto" e in assenza di pubblico e stampa compi la manovra il 27 Agosto del 1913, la paternità di questa figura è generalmente assegnata ad Adolphe Pégoud, francese, che riuscì nella manovra durante la "Fiera dell'Aria" di Juvisy del 2 Settembre dello stesso anno. Durante la manovra il monoplano Bleriot perse quasi tutti i mille metri di quota e non eseguì affatto un looping perfetto, ma più o meno una specie di S, che cominciò con una picchiata di 200 metri per raggiungere la velocità di entrata, quindi un looping più o meno classico e ancora una lunga picchiata per riprendere l'assetto senza "caricare" troppo la struttura.

Adolph Pégoud

Il looping corretto deve risultare una traiettoria circolare perfetta, che deve iniziare e concludersi alla stessa quota e, come sempre, con l'aereo orientato nella stessa direzione iniziale.
Per quanto sia sostanzialmente facile eseguire un looping, non è affatto banale eseguirlo correttamente.
Gli errori più comuni sono la perdita di direzione, dovuta, tra l'altro, ai diversi effetti dell'elica nei vari assetti che si vengono ad incontrare durante la manovra, lo stallo rovescio alla sommità del loop, dovuto ad una errata impostazione della manovra (velocità d'entrata troppo bassa) o ad una fase di cabrata troppo prolungata.
Questo stallo può essere molto pericoloso, visto che potrebbe innestare una vite rovescia che facilmente può disorientare un pilota alle prime esperienze.
Un secondo tipo di stallo può verificarsi in fase di richiamata finale. Se la richiamata è troppo brusca l'aereo può raggiungere angoli di incidenza molto elevati, ma essendo alta la velocità, questo non innesta alcuna vite.
L'effetto di uno stallo di questo tipo è di solito una violenta "rollata" che porta il velivolo a concludere la manovra in direzione marcatamente diversa da quella di entrata.
Una picchiata troppo dolce, però, causa una perdita di quota, anch'essa da evitare se si vuole eseguire un loop perfettamente circolare.
Velocità di entrata G Max Coefficiente di difficoltà

2.5 VSI

+4 10
Le fasi della manovra sono:
  • Ingresso: velocità 2.5 VSI, ali livellate, assetto orizzontale, trim leggermente a picchiare, pallina al centro. Prendiamo un riferimento di direzione sull'orizzonte.
  • Cabrata: Si cabra dolcemente ma con decisione, portando contemporaneamente la manetta al massimo, pallina al centro.
  • Volo rovescio: Alla sommità del loop la nostra velocità sarà minima e dovremo riportare la cloche leggermente in avanti per evitare di "chiudere" troppo bruscamente la traiettoria. In questa fase sarà importante anche il lavoro sul timone di coda per non perdere la direzione, tenendo conto che la tendenza ad imbardare dell'aereo dovuta all'elica è sensibilmente diversa da quanto dovevamo contrastare ad inizio manovra. Sempre in questa fase dovremo verificare di avere ancora le ali perfettamente livellate con l'orizzonte, pallina al centro.
    Riferimenti utili per mantenere la direzione durante questa fase e le successive sono normalmente le strutture a sviluppo orizzontale, quale ad esempio l'asse pista.
  • Picchiata: Lasciamo che l'aereo punti verso il terreno, portando al minimo la manetta, sia per garantirci da un fuorigiri del motore, sia per non prolungare troppo la fase di picchiata, perdendo quota.
  • Richiamata finale: Qui richiamiamo dolcemente (dobbiamo evitare lo stallo) e contemporaneamente diamo motore sino a ripresentarci nella stessa identica posizione in cui abbiamo iniziato la manovra.
    Manteniamo come sempre la pallina al centro, evitando di trasformare un eventuale stallo in un "frullino". E' in questa fase che dovremo prestare la massima attenzione a mantenere una traiettoria "pulita" e recuperare gli eventuali (minimi) errori di direzione ritrovando il riferimento sull'orizzonte che abbiamo scelto all'inizio.

 

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