Nato a Breslau nel 1897, Löwenhardt entra nella Lichtfelder Cadet
School all'inizio della guerra.
Si arruola nel 141° fanteria e viene mandato sul fronte orientale.
Ferito vicino a Lodz quasi subito, resta comunque con la sua unità nella
battaglia di Tannenburg e per il suo coraggio viene promosso tenente.
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Nell'ottobre del 1914 gli viene assegnato il comando
delle truppe di sciatori che combattono nella campagna dei
Carpazi.
Qui si guadagna la Croce di Ferro di I Classe e, a Giugno del 1915,
viene trasferito sul fronte italiano, ancora alla guida di corpi da
montagna.
Durante questa campagna si ammala e viene giudicato inabile a
continuare il servizio militare.
Löwenhardt, però, in cinque mesi di convalescenza recupera le forze
e riesce a superare gli esami per entrare in aeronautica.
Dopo un periodo come osservatore, diventa pilota nel Marzo del 1917
e arriva allo Jasta 10 in Luglio. |
Con gli Albatros e gli Pfalz abbatte 18 tra palloni da osservazione e
aerei alleati, e il 2 Maggio 1918 ottiene il comando dello Jasta 10.
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Senza mai volare sui triplani Fokker Dr.1, Löwenhardt
passa direttamente dagli Albatros D.V ai Fokker D.VII.
A fine mese (maggio 1918) il suo "score" ammonta a 24 aerei, e viene
insignito della Blue Max.
Tra Giugno e Luglio, Löwenhardt vola fianco a fianco di
Udet e Lothar
Richtofen.
La guerra ha decimato i piloti da entrambe le parti, e a questo
punto in aria si trovano solo i "grandi assi" che oltre alle
capacità iniziali hanno avuto il tempo e il modo di maturare una
inarrivabile esperienza, e le reclute, piloti alle prime armi appena
arrivati sul fronte, con pochissime ore di volo, che non hanno
alcuna possibilità di confrontarsi con i "campioni". |
Proteggendosi a vicenda i tre assi fanno strage dei piloti alleati. Ad
inizio Agosto Löwenhardt conta 50 vittorie personali.
Il 10 di Agosto Löwenhardt decolla alle 11 del mattino, al comando
di un gruppo di una dozzina di aerei. Tra i piloti vi sono molte
reclute.
Un'ora dopo il gruppo avvista uno stormo di aerei inglesi sopra Chaulnes.
Quando Löwenhardt si lancia su uno scout isolato, un gruppo di "novizi"
lo segue da vicino.
In realtà Löwenhardt non ha alcun bisogno della protezione di altri
aerei, che affollandosi in poco spazio e con poca abitudine al volo in
formazione, più che aiutarlo lo ostacolano.
Quando, colpito l'aereo alleato e ottenuta la sua 54° vittoria, Löwenhardt
richiama per riprendere quota, il Fokker del ten. Wentz è troppo vicino
e i due collidono.
Pur se a bassa quota, il ten. Alfred Wenz riesce a lanciarsi con il
paracadute, che da qualche mese equipaggia i piloti tedeschi.
Löwenhardt si lancia, ma, probabilmente a causa della poca quota a
disposizione, il paracadute non si apre o non si apre del tutto, e il
comandante tedesco muore toccando il suolo.
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