Jean Pierre Bourjade


Cap. Leon Jean Pierre Bourjade
25/05/1889 Montauban
22/10/1924 Yui Island, New Guinea

 

SPAD VII

01 - 27 Mar 1918 -  Balloon - Geberschweiler 02 - 03 Apr 1918  - Balloon - Willer 03 - 04 May 1918  -  Balloon - Geberschweiler 04 - 11 May 1918  -  Balloon - Willer 05 - 25 Jun 1918 -  Balloon - St. Etienne-a-Arnes  06 - 28 Jun 1918  -  Balloon - St. Pierre-a-Arnes 07 - 29 Jun 1918 -  Scout - Nord di Rosnay  08 - 30 Jun 1918 -  Balloon - Marvaux-Rosieres 09 - 05 Jul 1918 -  Balloon - Hauvine 10 - 08 Jul 1918  -  Balloon - Iviory 11 - 15 Jul 1918  -  Balloon 12 - 15 Jul 1918 - Balloon 13 - 15 Jul 1918  - Balloon - Main de Massiges  14 - 17 Jul 1918  - Balloon - Nord di Nauroy  15 - 19 Jul 1918 - Balloon - Tahure 16 - 30 Aug 1918 - Balloon - Chavonne 17 - 01 Sep 1918 - Balloon - Pont Arcy  18 - 04 Sep 1918  -  Balloon - Pont Arcy  19 - 15 Sep 1918 - Balloon - Ailles 20 - 15 Sep 1918 - Balloon - Hubertise 21 - 01 Oct 1918 -  Balloon - Grainville 22 - 01 Oct 1918 - Balloon - Grainville 23 - 03 Oct 1918 - Balloon - Cheresy 24 - 04 Oct 1918  - Balloon - Orgeval 25 - 08 Oct 1918 -  Balloon - Chamouville 26 - 27 Oct 1918 - Balloon - Chateau-Porcien 27 - 29 Oct 1918 - Balloon28 - 29 Oct 1918 -  Balloon - Serancourt

 Leon Jean Pierre Bourjade

All'inizio della Guerra Bourjade era in Svizzera, in seminario.
Arruolato, servì con il 23° Reggimento di Artiglieria durante la battaglia delle Marne.
Venne quindi trasferito alla 125a Brigata Bombardieri nel 1915.
Qui fece domanda per poter frequentare la scuola di volo ed ottenne il suo brevetto il 17 Giugno 1915.
Dopo un breve periodo di ulteriore addestramento a Pau, venne incorporato nella Squadriglia N.152, di cui divenne l'asso più "prolifico", conquistando ben 28 vittorie personali (40 secondo alcune fonti, ma non confermate).
Come Frank Luke, Bourjade fu un "balloon buster", abbattendo 27 palloni da osservazione e un solo aereo.
Questo gli permise, sostanzialmente, di non andare contro la sua vocazione, dal momento che per lo più l'equipaggio dei palloni da osservazione abbandonava il
velivolo lanciandosi col paracadute non appena si approssimavano i caccia avversari.
Fu insignito della Croce di Guerra e dell'Ordine di Cavaliere ed Ufficiale della Legion d'Onore.
Bourjade morì nel 1924, mentre operava come missionario nella Nuova Guinea Britannica.
Croix de Guerre Legion d'Onore
Il compito di attaccare e abbattere i palloni da osservazione nemici era uno dei più pericolosi, e, nel contempo, dei più utili che svolsero i caccia durante la Prima Guerra Mondiale.
I palloni da osservazione, infatti, equipaggiati di radio o di telefono, permettevano di aggiustare il tiro delle batterie di artiglieria, dirigendole sugli obbiettivi ed osservandone l'efficacia.
La Grande Guerra, infatti, fu più di qualsiasi altra combattuta in precedenza, una guerra di posizione, dove piuttosto che alle epiche cariche di cavalleria o alle battaglie campali del passato, si lasciava ai grossi obici dell'artiglieria il compito di  massacrare le truppe avversarie.
Il "credo" tattico della guerra moderna era "sparare grosse bombe standosene il più lontano possibile".
Fu infatti in questi anni che si costruirono gli immensi cannoni che potevano spostarsi solo per mezzo della ferrovia e che potevano sparare i loro enormi obici a diversi chilometri di distanza.
In questo scenario, la neonata aviazione venne impiegata soprattutto per individuare e riferire all'artiglieria la posizione dei bersagli da colpire.
Ma i ricognitori, specie nella prima fase della guerra, non potevano comunicare efficacemente con le truppe al suolo, in quanto non disponevano della capacità di trasportare pilota, osservatore e apparato radio (troppo pesanti).
In breve si capì che sarebbe bastato utilizzare dei semplici palloni frenati, vincolati a terra da un cavo d'acciaio, per innalzare gli osservatori ad una quota sufficiente ad ampliare il loro orizzonte sino ai limiti della portata dell'artiglieria.
  Quello che si "perdeva" in "campo di osservazione", rispetto agli aerei che potevano spostarsi sopra le linee ed osservare meglio e da più vicino gli obbiettivi, lo si guadagnava in efficacia nella comunicazione, che attraverso un semplice cavo telefonico, permetteva in tempo reale di aggiustare il tiro degli obici.
I palloni non erano peraltro armati, ed inoltre, immobili e gonfi di idrogeno, bastava un solo colpo incendiario ben piazzato per distruggerli, e di conseguenza non vi era alcuno scopo a rischiare la vita degli osservatori coinvolgendoli in combattimenti aerei.
Pertanto, all'avvicinarsi della caccia avversaria gli inservienti provvedevano a recuperare al suolo con grossi argani il pallone, mentre gli osservatori si lanciavano col paracadute
(che aveva giusto lo spazio per aprirsi).
Attaccare un pallone frenato, però, per quanto fosse facile dal punto di vista del "colpire il bersaglio", grosso e immobile, era pericolosissimo in quanto costringeva i caccia ad abbassarsi pericolosamente a tiro della delle batterie contraeree, che scatenavano un vero e proprio inferno di fuoco intorno agli attaccanti.

Bourjade le Papou

Eroe della Grande Guerra, padre Leon Bourjade fu missionario in Nuova Guinea con la congregazione del Sacro Cuore d'Issoudun.
In guerra aveva ritrovato padre Garin, fratello anch'esso della stessa congregazione, e con lui aveva formato coppia fino a quando, il 29 Ottobre 1918 (la guerra sarebbe finita dopo pochissimi giorni), Garin fu abbattuto durante uno scontro con quattro o cinque Fokker DVII.
Finita la guerra riprese gli studi in seminario che aveva dovuto abbandonare allo scoppio delle ostilità e quindi scelse di condurre la vita del missionario in Oceania, proprio nella Papuasia che padre Garin aveva tanto amato.
In Oceania predicherà presso la tribù dei Roro, un tempo cannibali.
Leon Bourjade morirà di febbre a trentaquattro anni, dopo aver vissuto nel modo in cui lui stesso aveva scelto.

I grandi cannoni della Grande Guerra

La Grande Berta All'inizio del 1900 ci si accorse che la potenza delle artiglierie non era adeguata alle necessità belliche ed in particolare alla necessità di vincere opere di fortificazione sempre più imponenti. Il mortaio da 305 mm del 1897 (Germania) poteva perforare 1,4 m di cemento armato alla distanza di 7 km, ma i militari avevano bisogno di artiglierie con una gittata fino a 12 km e una capacità distruttiva maggiore.
Vennero iniziati nuovi studi che portarono al mortaio da 305 mm del 1901, capace di perforare 1,6 m di cemento, ma costruito in pochi esemplari.
Nel 1906 la Krupp presentò il mortaio M 12 da 420 mm, per trasporto ferroviario, detto anche apparecchio Gamma, dal peso complessivo, in posizione, di ben 150 tonnellate con una gittata di "solo" 14 km ( i cannoni imbarcati sulle corazzate sparavano sino a 40 km di distanza).
Del Gamma ne vennero prodotti 5 pezzi prima della guerra e 10 nel corso della guerra.
La scarsa mobilità di questa artiglieria consigliò di ripiegare su di un mortaio più leggero e mobile, trasportabile anche su strada, e cosi venne studiato lo M-Gerät (M 14), che poi sarebbe diventato famoso con il nomignolo di "Grande Berta" (in tedesco Dicke Berta e quindi, più correttamente, la "Grossa Berta").
Per quanto la gittata fosse solo di 9300 m, impiegava nuovi proiettili aerodinamici e di ottima precisione.
Il peso complessivo era limitato a 42 tonnellate, scomponibile in quattro carichi per il trasporto su treno. Due pezzi erano già pronti all'inizio della guerra, dieci venero costruiti successivamente.
Questo pezzo divenne famoso nella prima guerra mondiale, quasi fosse una super-arma, anche se in effetti non aveva doti superiori alla norma.
Fu impiegata con successo contro le fortificazioni di Liegi, Namur, Anversa, Longwy, Manovillier, nonché sul fronte orientale.
La Grande Berta viene spesso confusa con un'altra super-arma, del tutto diversa: il cannone L/162 di Parigi (Pariser Geschütz).
Il "Cannone di Parigi" era un mostro del peso di oltre 1000 tonnellate (compreso il supporto necessario al trasporto) e dotato di una canna da 40 metri (che doveva essere "controventata" o si sarebbe incurvata sotto il carico del suo stesso peso).
Era capace di sparare proiettili relativamente piccoli (calibro 210 mm, per un peso di circa 120 kg), ad una distanza di anche 130 km, sfruttando il fenomeno che un proiettile lanciato con un angolo di tiro elevato, raggiungendo rapidamente gli starti più alti e meno densi dell'atmosfera, incontra meno resistenza e quindi aumenta enormemente la sua gittata.
Questo cannone fu utilizzato per bombardare Parigi.
Il suo difetto stava nel fatto che dopo soli 60 colpi, le fortissime sollecitazioni dovute al carico di polvere di nitroglicerina e agli obici (in acciaio e non in rame, o non avrebbero potuto a loro volta reggere allo stress) rendevano praticamente inutilizzabile la canna, che andava quindi sostituita.
Di questo cannone vennero costruiti tre esemplari (un solo affusto e tre bocche da fuoco).

Le manovre acrobatiche Tecnica di volo, atterraggio e decollo in montagna Le aviosuperfici e i ghiacciai atterrabili della Val d'Aosta e dell'Alta Savoia Parapendio e volo libero Il volo tra le montagne

 

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