Grotta di Rio Martino |
Alle sorgenti del Po. E' una delle grotte più belle che si possano
vedere non attrezzata per visite a pagamento (anche se nei tempi passati
qualcuno ci ha anche provato). Il ramo inferiore, percorribile senza
alcuna attrezzatura particolare (se non stivali di gomma, casco e
lampada), dopo circa 500 metri si apre nella sala del Pissai, dove una
doppia cascata alta 50 metri offre uno spettacolo unico.
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Si raggiunge da Crissolo (CN), cartelli indicatori ne
rendono facilissima l'individuazione.
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Visitandola durante la stagione invernale si verrà
accolti da questi "soldatini di ghiaccio" generati dallo
stillicidio dell'acqua che condensa, si scioglie e poi si deposita
ghiacciata nell'androne di ingresso della grotta, che danno all'antro
di ingresso un aspetto veramente unico (in compenso la strada per
arrivare all'ingresso della grotta, col ghiaccio, è tutt'altro che
agevole). Il ramo inferiore si percorre agevolmente senza alcuna attrezzatura
(indispensabile come sempre il casco e un paio di stivali di gomme,
visto che per lo più si percorre il letto di un torrente sotterraneo).
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La grotta di Rio Martino si è formata perché la roccia calcarea si
lascia sciogliere dall'acqua che contiene anidride carbonica. Questo
avviene molto lentamente, in tempi "geologici" di svariate
decine di migliaia di anni.
L'acqua "esterna", che si deposita sulla montagna sotto forma
di neve o pioggia, prima di raggiungere il sottosuolo, viene filtrata
dallo strato di humus superficiale, arricchendosi appunto di anidride
carbonica prodotta dalle piante.
Attraversando gli strati di calcare lo discioglie trasformandolo in
bicarbonato di calcio, molto solubile, che viene quindi dilavato via
facilmente.
Le fessure che così si creano lentamente si allargano sino a diventare
una via preferenziale per l'acqua che quindi concentra il suo passaggio
in particolari cunicoli sino a che questi non diventano, appunto, la
"grotta". |
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Le stalattiti (quelle che pendono) e le stalagmiti (quelle che salgono)
si formano grazie al processo inverso:
quando il bicarbonato di calcio si trova in ambiente areato si
ritrasforma in calcare e si deposita sotto forma di nuovo calcare,
strato su strato, sino a definire le varie fantastiche forme che non ci
abitueremo mai a incontrare nel sottosuolo.
Il ramo principale del torrente Rio Martino si è formato dall'unione
dei tanti rivoletti che filtrando da monti sovrastanti la grotta (il M.
Grané, il Viso Mozzo e il Gardetta), per lo più ricoperti di morene e
roccia calcarea.
I tanti rivoletti, allargandosi continuamente, hanno resa spugnosa la
roccia che riempiva la Sala del Pissai, fino a quando la struttura non
è più stata in grado di reggere lo stesso proprio peso ed è crollata,
formando il salone con lago e cascata. |
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A questo punto il Rio Martino, con calma, non ha dovuto far altro poco
alla volta che trasportare all'esterno le rocce sbriciolate ( a loro
volta soggette allo scioglimento in bicarbonato di calcio).
Nelle foto osservate il "Vescovo" e la "Monaca",
due concrezioni dalla forma caratteristica.
Al termine del ramo inferiore c'è la sala del Pissai, con
l'omonima cascata doppia, alta più di 50 metri. L'unico problema qui è
che data la vastità della sala e l'altezza della cascata, questa per lo
più la si immagina, in quanto è ben arduo riuscire ad illuminarla tutta.
Percorso il ramo inferiore, è possibile risalire sino
al livello della sommità della cascata del Pissai attraverso cunicoli
che spesso sbucano sulla sala (attenzione a non centrare i buchi). La
via è ormai ben segnalata da corde in loco.
Utile una corda per risolvere rapidamente alcuni
tratti durante la discesa e per superare un pozzo di 10 metri.
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Giunti al ramo superiore si trova la sala del tavolo,
dove nei tempi passati qualcuno ci ha costruito, appunto, un tavolo.
Il ramo superiore prosegue ben concrezionato ma
"a mollo" sino al mezzo sifone, che si può passare avendo
cura di inserire stivali e gambe in lunghi sacchetti di plastica (tipo
spazzatura).
Dopo il mezzo sifone si trova quasi subito la
"zampa di elefante", bella e particolare stalattite. Dopo la
zampa occorre un gommone. |
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Grotta particolarmente adatta per sperimentare il
bivacco in modo abbastanza comodo (la sala del tavolo).Per farla tutta
(sino al punto dove occorre il gommone) io e un mio compagno abbiamo
impiegato 8 ore. |
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