Le corde
Siamo sicuri che reggerà?
E' la prima domanda (lecita, direi) che mi viene fatta da chi per la prima volta si accinge ad affidare la propria vita ad una corda per calarsi in un pozzo (di cui magari non riesce neanche a vedere il fondo).
Chiariamo subito che se le corde usate per alpinismo e speleologia si comportassero come quelle che si vedono nei film (non me ne ricordo il titolo, ma mi è capitato di vedere una scena dove una ragazza muore perché la corda a cui è rimasta appesa si sfilaccia sfregando contro la roccia, ovviamente un solo attimo prima che i suoi compagni riescano a raggiungerla) sarebbero ben pochi gli alpinisti o (soprattutto) gli speleologi ancora vivi.
Le corde per alpinismo e speleologia sono costruite secondo normative ben precise e devono superare una serie di test molto severi per poter essere poi vendute certificate con marchi UIAA e CE. Ma neanche le normali corde per uso nautico, non certificate e quindi non adatte a tali usi, o le semplici corde "anonime" che si possono comprare dal ferramenta si comporterebbero come quelle che si vedono nei film.
Mi è capitato di ormeggiare male la barca e di vedere dopo un paio di giorni di sollecitazioni continue, a sfregare contro gli scogli e immerse in acqua di mare, i cavi di ormeggio ridursi a brandelli, perdendo completamente la calza di protezione e sfilacciando abbondantemente l'anima (e tenete conto che normalmente io dedico all'ormeggio le corde già vecchie e fruste non più adatte a fungere da scotta o da drizza), ma anche così erano ben lontane da non poter reggere il peso (statico) di una persona!
Vediamo come sono fatte le corde da alpinismo (dinamiche) e speleologia (statiche), cosa significano le sigle che le accompagnano e quali sono i test che devono superare.
Questo simbolo contraddistingue le corde certificate secondo la Direttiva Europea 89.686 e le relative norme di riferimento.
Questo simbolo indica le corde che rispondono alle specifiche della Unione Internazionale delle Associazioni Alpinismo (UIAA).
Corde costituite da un' "anima" (la parte interna che regge il carico) e da una "calza" o guaina (la parte esterna che protegge da abrasione, umidità e radiazioni UV).
Corde dinamiche Corde tessili,  in grado d'arrestare la caduta libera di un uomo impegnato in una scalata, o nel soccorso, generando una limitata forza d'impatto. Queste corde sono certificate in base alla norma EN.892, e classificate in corde "singole", "mezze" e "gemelle".
Questo simbolo indica le corde "singole" che possono essere usate singolarmente.
Questo simbolo indica le "mezze" corde che devono essere usate in coppia.
Questo simbolo indica le corde "gemelle" che devono essere usate in coppia parallela.
Corde statiche Corda tessili a basso allungamento, studiate per tutti i lavori di sospensione e assicurazione di persone, specialmente per il soccorso e la speleologia. Sono caratterizzate da basso allungamento nelle normali operazioni, ma con capacità di resistere alle forze generate da una caduta. Queste corde sono classificate dalla norma EN.1891, in corde di "Tipo-A", per ogni protezione di persone, e corde di "Tipo-B", destinate ad impieghi più limitati.
Cordino Corde tessili,  che hanno diametro nominale compreso tra 4 e 8mm e sono studiate per sostenere carichi ma non per assorbire energia di caduta. Queste corde sono certificate in base alla norma EN.564.
Questo simbolo indica le corde trattate per essere idrorepellenti.
Una corda intrisa d'acqua pesa, è sgradevole da maneggiare e può congelare. Esistono diversi trattamenti chimici che diminuiscono la permeabilità della calza, impedendo alla corda di assorbire non solo l'acqua, ma anche la polvere e il fango.
Le corde idrorepellenti sono quindi indicate per l'alpinismo invernale, su ghiaccio e per la speleologia, dove una corda impolverata non solo non è bella a vedersi, ma tende a "limare" i discensori.
Ad ogni estremità la corda per alpinismo o speleologia deve essere contrassegnata da una fascetta su cui sono riportati i simboli delle omologazioni

 

Il tipo di corda e la fabbrica che l'ha prodotta

     

Fattore di caduta f:

Il fattore di caduta  è il rapporto tra la lunghezza della caduta e la lunghezza della corda che si ha a disposizione per arrestarla.
Come si vede nella figura a fianco, il fattore di caduta ha un valore diverso da 0 quando la corda non è tesa, cioè quando lo scalatore non è già appeso alla corda.
Pertanto è un fattore che in grotta non ha molta importanza, essendo quasi tutta l'attività speleo svolta con tecnica artificiale, dove la corda non riveste come nell'alpinismo classico funzione di sicurezza, ma di vero e proprio mezzo di progressione.
Come si può ben immaginare, in queste condizioni gli sforzi sono decisamente ridotti, peraltro aumenta moltissimo l'usura.
Infatti, mentre nell'alpinismo classico la corda lavora sempre praticamente scarica, in grotta è sollecitata non solo dal peso dello scalatore, ma anche dallo sfregamento contro gli attrezzi quali i discensori o i bloccanti per la salita.

Forza d'impatto F:
E' la forza d'impatto che viene trasmessa ad una persona, ad un moschettone o altro accessorio quando si arresta una caduta. Minore è questo valore e più "dolce" sarà l'arresto dopo una caduta, nonché lo sforzo sui chiodi, sui moschettoni, i discensori e, insomma, tutta l'attrezzatura che collega l'alpinista alla corda e la corda alla roccia.. Devono ovviamente essere specificate le condizioni con cui questi dati sono ottenuti. Per EN892 la forza di impatto è misurata usando un test derivato dagli standard UIAA.

Per una corda singola è ammesso un valore massimo di 12 kN durante l'arresto da una caduta standard UIAA (cioè con fattore di caduta di 1.78) con 80 kg di carico. Per le mezze corde e per le doppie il massimo valore ammesso è di 8 kN, misurati sul singolo capo con un carico di 55 kg.
In generale la forza di impatto di una corda aumenta con l'invecchiamento, quando le sollecitazioni e gli sforzi tendono a snervarla e renderla quindi meno elastica.
Numero di cadute:

Il numero di cadute sostenute è determinato con un'attrezzatura che riproduce cadute con fattore di caduta f = 1.  Le cadute sono simulate ad intervalli di tre minuti. Le corde tipo A devono sostenere almeno cinque cadute da un'altezza di 4.8 m con una massa di 100 kg, di 80 kg per il tipo B, 55 kg per le "mezze" corde.
Anche se per essere omologata EN892/UIAA una corda deve superare solo cinque cadute, i costruttori proseguono nella prova sino alla rottura della corda, in modo da poter indicare questo valore nelle schede del prodotto.
Questa caratteristica vorrebbe significare la migliore qualità della corda, maggiore è il numero delle cadute ammesse, migliore è la corda. Ma dato la metodologia di prova non perfettamente unificata, che può essere differente per ogni ditta costruttrice, questo dato non è da valutare come una verità assoluta.

Allungamento E: E' l'allungamento della corda. Con un carico di 80 kg non deve superare l'8% per una corda singola o il 10% per una doppia. Anche se è l'elasticità quella che permette alla corda di assorbire l'energia di caduta, è bene che che l'allungamento (che è misurato sotto carico statico) sia il più ridotto possibile, in modo da non far variare troppo la misura della corda "scarica" quando la impegnate.
Ad esempio, con un allungamento del 5% su un tiro di 50 metri, non troppo inusuale in speleologia, vi trovereste a salire per 2 metri prima di staccarvi effettivamente da terra.

Questo è il motivo per cui in speleologia si sceglie di utilizzare corde statiche, con basso allungamento, in considerazione del fatto che, lavorando sistematicamente in artificiale, il fattore di caduta  è sempre praticamente 0.
Allungamento durante la prima caduta: Non deve eccedere il 40% nei test UIAA.
Diametro e peso: Le corde di diametro più grande hanno in genere maggiore durata. Anche se oggi sono sul mercato alcune nuove corde realizzate con un rapporto tra calza e anima del 50% che presentano un incremento sino al 30% rispetto alle corde standard di ugual diametro. Queste corde tendono ad avere una forza di impatto piuttosto alta e possono non essere l'ideale per tutti i tipi di arrampicata. A causa delle differenze di costruzione tra corda e corda, oggi si usa comunemente valutarle più in base al diametro che non per il peso. Questo, indicato in g/m deve ovviamente essere, a parità di altri fattori, il minimo possibile.
Annodabilità K:

Un singolo nodo è posto in tensione con un peso di 10 kg per un minuto. Quindi viene misurato il diametro interno del nodo con la tensione ridotta a 1 kg. L'annodabilità K è espressa dal rapporto tra il diametro interno e il diametro nominale della corda. K deve essere minore di 1.2.
Un basso rapporto indica una corda facile da annodare (il nodo si chiude bene e tiene facilmente). Una corda con un alto valore di K sarà più dura da maneggiare (è più rigida) ma sarà poi più semplice da sciogliere. Adatta quindi a reggere carichi piuttosto elevati su tiri lunghi (pozzi che impegnano più di 40 m di corda)
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Scorrimento della calza S: L'anima (kern, core) e la calza (sheath, mantel) di una corda sono due componenti indipendenti che, se la costruzione non è sufficientemente accurata, hanno la tendenza a scorrere reciprocamente. Sotto l'effetto di un discensore  la calza si deforma e a poco a poco tende a raggrinzirsi, creando una zona debole intorno all'anima e magari anche dei rigonfiamenti localizzati. Ciò accorcia in genere la vita della corda e può generare difficoltà di scorrimento sia con i discensori che con le Jumar e i ventrali in risalita.
Lo scorrimento viene provato con un apposito macchinario dove due metri di corda vengono fatti scorrere per cinque volte ed è richiesto che non ecceda i 15 mm per le corde di tipo B o (20 + 10 (D - 9))
Da notare che per questa caratteristica le specifiche UIAA sono più restrittive della norma EN892 per la quale sono ammessi valori circa doppi.
Restringimento R: E' la percentuale di restringimento di una corda dopo essere stata immersa in acqua per 24 ore.
Resistenza statica:

La forza richiesta per spezzare una corda quando questa viene tirata lentamente. Per le corde di tipo A deve superare i 22 KN, per quelle di tipo B i 18 KN

Percentuale di calza: Indica quanta calza compone, in percentuale, la corda. Il valore deve essere compreso tra 30% e 50%.
Guaine più spesse favoriscono la resistenza ad usura, ma diminuiscono le caratteristiche elastiche.
Resistenza statica con capi annodati :

Un campione di corda fissata con un nodo "delle guide" deve resistere per tre minuti ad uno sforzo di 15kN se di tipo A o 12 kN se di tipo B.

Numero di bobine: Questo valore non fa parte delle certificazioni standard, ma è un buon parametro ad indicare le caratteristiche della calza di cui vale la pena tener conto per scegliere una corda.
La calza è realizzata intrecciando tra loro un certo numero di fibre provenienti da diverse "bobine".
Più sono le bobine (48), migliore sarà la caratteristica dinamica della corda, mentre un numero basso di bobine (32) caratterizzerà una corda più resistente all'abrasione.

Diametro della corda

Ø mm 8.0 7.9 8.5 9.0 9.8 10.5 11.0 11.4

Numero di cadute

N. 12 12 7 10 7 9 11 12

Peso unitario

g/m 42 41 48 52 65 72 79 88

Forza d'impatto max

kN 8.3 8.3 5.4 5.7 6.8 8.1 8.7 8.5

Allungamento

% 5 5 8 7 7.8 7 7 7

Scivolamento della calza

mm 0 0 0 0 0 0 0 5

Annodabilità

mm 0.80 0.82 0.75 0.80 0.95 0.75 1.00 1.05
A titolo di esempio riporto nella tabella a lato le caratteristiche di alcune corde.

Riferimenti On Line:

 

Come trasportare le corde in grotta
In grotta le corde vengono spesso maltrattate anche quando non sono utilizzate. Basta doversele passare attraverso una fessura o farle scivolare sul fango per mettere in crisi anche la migliore matassa "fatta su" in modo classico.
Dopo diverse prove ed esperienze mi sento di affermare che il modo più pratico per trasportare e riporre una corda sottoterra è di "farla su" a treccia.
In questa maniera potrete maltrattarla come volete che la corda non si aggroviglierà mai.
In questa forma potete anche tranquillamente sciacquarla in un torrente o persino lavarla in lavatrice (a bassa temperatura e senza centrifuga). 
Per lavare via fango e terriccio, oltre ai mezzi classici (sciacquare in abbondante acqua tiepida), esistono appositi strumenti.
Questo "ropebrush", letteralmente "pulitore di corda" viene fatto scorrere sulla calza.