GLI "SHUNT"
Io utilizzo questo tipo di attrezzo per la progressione su corda. Li ho costruiti quando avevo sedici anni su disegno di Don Mario Rizzoli, allora presidente del Gruppo Speleo Proteo di Sanremo. Da allora li ho utilizzati più volte, in particolare sulle risalite di pozzi particolarmente lunghi, dove il maggior tempo necessario ad indossarli veniva ampiamente ripagato dalla velocità di risalita.


Rispetto al comune sistema di progressione con maniglia tipo Jumar e autobloccante presenta diversi vantaggi:

  • Si usano tutte e due le gambe, si è quindi più veloci e ci si stanca di meno.
  • In teoria lascia completamente libere le mani (basta aiutarsi con le braccia solo a mantenersi in posizione corretta)
  • Si possono utilizzare con il solo cosciale.
  • L'attrezzatura pesa meno

Per contro:

  • Occorre una buona pratica per utilizzarli bene.
  • Per inserirvi la corda occorre smontarli e rimontarli, e sono quindi meno "pratici" rispetto alla Jumar.
  • Non vanno bene su corde piccole (meglio utilizzarli su diametri di 12 o 14 mm).
  • Non si trovano in commercio... Bisogna costruirseli.

 

Il principio è molto semplice: fissati al ginocchio ed alla caviglia, permettono di risalire sulla corda utilizzando le gambe più o meno come si farebbe con una scala, sollevando di volta in volta lo Sunt scarico. Un ulteriore moschettone in cintura serve a mantenere la corda vicina al corpo. Come per tutti i mezzi di progressione su corda, occorre che questa sia mantenuta sufficientemente tesa, in modo da facilitare lo scorrimento dell'attrezzo scarico.
Come costruirseli:
Occorrono due piastre in alluminio spesso almeno 2.5 mm di dimensioni 100x110 mm da cui ricavare le camicie esterne e una  barretta sempre in alluminio sezione 25x10 lunga almeno 170 da cui si ricaveranno gli elementi mobili.
Si devono ritagliare le piastre e la barretta in modo da ottenere due pezzi per tipo come indicato nel disegno. I fori è meglio praticarli a lavoro ultimato, nella fase di assemblaggio. Ovviamente tutti i bordi taglienti devono essere accuratamente smussati con una lima.

Una volta ritagliati, si provvederà a piegare la piastra come indicato e quindi si procederà alla foratura dei due pezzi assemblati. Come perno si può utilizzare un buon chiodo d'acciaio da 6 mm. Su questo è bene praticare un forellino da 2 mm per l'inserimento di una coppiglia di bloccaggio. In realtà io ho sempre usato questi attrezzi senza la coppiglia, avendo però collegato il chiodo alla piastra con una catenella molto corta, che ne permette a fatica lo sfilaggio. In tanti anni non mi è mai successo che il perno si sia sfilato completamente.
Gli attrezzi vanno fissati uno alla caviglia ed uno al ginocchio. Dopo aver utilizzato per anni pezzi di cordino e nodi, mi sono deciso a cucirmi due staffe come queste (le misure fatevele voi in funzione delle vostre necessità). La chiusura col velcro serve a mantenere in posizione gli attrezzi ed è rapida ed efficace, inoltre è sufficientemente sicura in quanto lo sforzo vero grava solo sulla staffa.