Gran Paradiso
Conquistare un "4.000" non è mai impresa facilissima, e quindi anche per salire sul Gran Paradiso sono necessari una buona preparazione fisica, conoscenza della montagna e delle tecniche di progressione si neve e ghiaccio e una buona attrezzatura: oltre all'abbigliamento, adatto alla quota, ramponi e piccozza, corda e imbrago - sacco a pelo e telo termico. 

Il Gran Paradiso, oltre ad essere uno degli "over 4.000" italiani, è il parco nazionale più antico e famoso.
Questo vuol dire avere la certezza matematica di un "incontro ravvicinato" con gli stambecchi.
Questi splendidi animali si lasciano normalmente avvicinare senza problemi, permettendovi di consumare buona parte della pellicola già durante la marcia iniziale di avvicinamento al rifugio.
Durante il periodo estivo il Rifugio Vittorio Emanuele è normalmente aperto e custodito.
Questo vuol dire la possibilità di mangiare piatti elaborati (polenta, carne, pastasciutta) senza dovervi caricare lo zaino.
In compenso non è affatto sicuro che troverete comoda sistemazione per la notte.

Come già anticipato la salita al Gran Paradiso, per quanto si possa classificare "facile", metterà comunque a dura prova il fisico non allenato dei "cittadini", non fosse altro per i problemi di respirazione che si incontrano quando si superano i 3.500 metri.
Per attaccare la vetta si lascerà il rifugio molto presto al mattino (non più tardi delle 2.00), in modo da avere tutta la giornata a disposizione.
Sarà indispensabile quindi la lampada elettrica per l'illuminazione frontale e un abbigliamento molto caldo, qualsiasi sia la stagione.
Ovviamente dovrete avere con voi la cartina IGM del luogo e un minimo di strumentazione (vanno bene anche gli orologi con altimetro incorporato, anche se danno indicazioni molto aprossimative - attenzione che possano arrivare a più di 4.000 metri), ma non avrete in realtà nessun problema nel trovare la strada: vi basterà seguire l'immensa carovana che quotidianamente percorre il sentiero.
E si, perché se cercavate in montagna quiete e silenzio... Avete sbagliato tutto: la vetta del Gran Paradiso, in estate e con il bel tempo, è più affollata di un concerto dei Pink Floyd. 
Se ciò è sicuramente una garanzia di sicurezza (siete ben lontani da essere "soli") durante la marcia, diventa un sensibile problema una volta raggiunta la vetta.
Infatti il Gran Paradiso è un comodo "panettone" solo sul versante NE, mentre la parete SW è uno strapiombo impressionante, e la vetta non è abbastanza larga da contenere tutti gli alpinisti entusiasti che "sgomitano" (il termine mi pare veramente adeguato) per mettersi in posa per la foto di rito.
 
Si lascia l'autostrada per il Traforo del Monte Bianco ad Aosta Ovest - St. Pierre e quindi si prosegue verso il Monte Bianco sino a Villneuve, dove si attraversa il ponte (Moby Dick, per chi fa rafting) e qundi in paese si trova il bivio per la Val di Rhémes e Val Savaranche.
Subito dopo Introd un altro bivio ci immette sui tornanti che salgono in Val Grisanche, che dovremo percorrere sin quando è possibile.
Lasceremo l'auto a Pont. 
Da Pont (1.960m) si segue il sentiero 212 che porta al Rifugio Vittorio Emanuele (2.732m).
Come sempre, nessun problema: basta seguire la folla.
Macchina fotografica a portata di mano e avrete molte occasioni per immortalare gli animali del parco.
Pernottamento al Rifugio - Consigliabile portarsi dietro i sacchi a pelo, visto che non è infrequente trovare il "tutto esaurito" e doversi arrangiare sui tavolacci della sala da pranzo o peggio.
Al mattino presto, e anche qui nessun problema, vi sveglierete da soli o vi sveglieranno gli altri, partenza per il facile percorso, quasi interamente su ghiacciaio, che porta sino alla quota di 4.061 metri in vetta al Gran Paradiso.
In alternativa all'autostrada Torino-Aosta, magari al ritorno, si può pensare di percorrere con la macchina il Piano del Nivolet, salendo sino al Rifugio Città di Chivasso per poi ridiscendere lungo la Valle di Locana.
Se il percorso è praticabile (verificare non solo la presenza o meno di neve, ma anche che sia concesso il transito), farete ancora un po' di strada ma ne vale la pena.